Capitolo 21

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Pronti per una nuova avventura? E soprattutto siete pronte a sognare con l'anello di fidanzamento più costoso di sempre? ( e non l'ho inventato, ma ho fatto ricerche e ragazze) Con un simile anello al dito c'è il rischio vero che te lo staccano il dito.... :.-) a proposito, Sabrina e Rashid sono arrabbiati perché non ho ancora scritto la loro storia....:-( stay tuned coming soon la prossima storia: Arabian Night.....


Rose POV.


Arriviamo all'aeroporto che brulica di fotografi e giornalisti decisi ad avere per primi la foto della donna che ha conquistato il cuore di uno dei play boy più famoso e ricco che si conosca, re delle copertine di gossip oltre che di un regno che governa come un orologio svizzero. Ricco come creso, inseguito dalle donne di mezzo mondo e dalle loro madri nella speranza di farsi mettere un anello al dito e di diventare parte della famiglia reale, insofferente all'etichetta, quando gli fa comodo, dalla lingua tagliente e dal carattere infernale, tutti si chiedono cosa ci abbia trovato in me. Una ragazzina senza famiglia, senza ricchezze, senza... nulla. Una nullità che venuta dal nulla, appunto e ha osato prendere possesso di ciò che a lei non era destinato. Se solo sapessero la verità.

Un flash mi acceca.

- Sorridi e non guardarli. Finirà presto -

Annuisco, ubbidendo, mentre Dominic mi conduce verso l'uscita, circondati da un cordone di guardie del corpo che non permettono ai giornalisti di avvicinarsi troppo, impedendoci di raggiungere la macchina in attesa.

Gli lancio un occhiata, domandandomi come faccia a rimanere impassibile difronte a questa orda barbarica che urla i nostri nomi, tenta di avvicinarsi per scattare un primo piano.... niente, la sua espressione rimane impassibile, come se stesse per prendere un the invece che affrontare questa massa di pazzi scatenati.

Raggiungiamo la macchina e una guardia ci apre lo sportello, mentre le altre ci fanno scudo con il proprio corpo.

Sarà sempre così? 

- Si, quindi farai bene ad abituartici, rosellina -

Sgrano gli occhi, mentre mi siede accanto e lo vedo sghignazzare.

Ora legge nel pensiero? 

- Hai un volto molto esplicito, rosellina. Quello che pensi ti si legge in faccia -

Chiudo gli occhi, gemendo.

Perfetto. Non era abbastanza che riesca a leggermi come un libro aperto? Ora vengo a scoprire che chiunque può leggere ciò che penso?

- Tranquilla, sei la novità del momento. Una volta che ti presenterò ufficialmente, smetteranno di fare i segugi e sarai più tranquilla -

Riapro gli occhi, incontrando il suo sguardo.

Solleva un sopracciglio, sfidandomi a fare la domanda.

- Davvero? -

- No -

Richiudo gli occhi, accettando la sconfitta. Quest'uomo sarà la mia rovina mentale.

- Almeno per i primi mesi ti seguiranno ovunque, poi ti lasceranno in pace -

 - Perfetto. Basterà che me ne stia a palazzo allora -

Ridacchia.

- Rosellina pensi veramente che la mia fidanzata possa nascondersi tra quattro mura? -

- No, vero? -

- No. Come mia fidanzata e futura sposa parteciperai agli eventi ufficiali, almeno ad alcuni e a quelli di beneficenza. Senza contare che tutti vorranno conoscere la donna che è riuscita dove altre hanno fallito -

- Se solo sapessero la verità -

- Che ti sei innamorata pazzamente di me dal primo istante? -

- Ti stai divertendo, vero? -

Sorride. Il bastardo sorride.

- Si -

Scuoto la testa, chiudendomi in un silenzio che sa di ritirata. Non riuscirò mai a vincere contro di lui. E borderlaine... una volta sembra un maniaco sessuale, un minuto dopo è l'uomo più tenero che si possa desiderare e quello successivo ti fa a pezzi con la sua lingua tagliente.

Sospiro.

- Già batti in ritirata? Ti facevo più decisa, rosellina -

- So quando non posso vincere. Si chiama istinto di conservazione -

Scoppia a ridere.

- Immagino che il tuo sia al top -

- Considerato da dove vengo se non avessi saputo quando ritirarmi, a quest'ora non sarei arrivata all'età adulta -

Scuote la testa.

- Nessuno ti farà del male con me al tuo fianco. Te l'ho già detto -

- Vale anche per te? -

Solleva un sopracciglio, un lampo malizioso nello sguardo.

- Certo che no. Io sono il lupo cattivo delle favole -

Sollevo un sopracciglio, guardandolo attentamente.

Si, la parte dell'eroe cattivo gli calza a pennello con quello sguardo malizioso, il fisico sexy da bello e dannato e il carattere infernale. 

- Ti ho già detto che sei molto espressiva. Fossi in te chiuderei quei begli occhioni -

Arrossisco, distogliendo lo sguardo.

Il viaggio sembra infinito, ma in realtà è a solo un ora di distanza dal palazzo reale. Palazzo delle favole che si erge maestoso in tutta la sua bellezza, possente e inaccessibile a giudicare dalle cancellate e dalle guardie sparse lungo il perimetro.

- Sorridi. Sembra che tu stia per entrare in prigione -

Arrossisco. In effetti sembra più una gabbia dorata.

La macchina ci conduce attraverso un viale alberato per poi fermarsi davanti ad una maestosa scalinata di marmo bianco. Le guardie del corpo ci circondano. La portiera si apre e Dominic scende per primo, per poi voltarsi e darmi la mano, aiutandomi a scendere.

- Coraggio piccola, testa alta e sguardo deciso. Stai per diventare una principessa - Mormora mentre saliamo la scalinata che conduce all'entrata del Palazzo. Un maggiordomo ci apre la porta, inchinandosi, mentre uno stormo di cameriere  è schierato ai lati della porta, pronte a darci il benvenuto.

- Bentornato Vostra Altezza -

- Grazie James. Fai servire la cena in camera, siamo stanchi dal viaggio -

- Come desidera. Ma la sua matrigna ha dato ordine di servire la cena nella sala grande -

- Perfetto, come ho detto, servi la cena nei miei appartamenti. Che mangi pure nella sala grande se questo è il suo desiderio- Dichiara deciso, conducendomi a passo di marcia verso un infinità di corridoi, lungo un altra scala e altri corridoi sino ad arrivare ad una porta bianca con ricami dorati in stucco.

- Benvenuta a casa, piccola Rose - Mormora aprendo la porta e facendosi da parte per farmi entrare.

Mi ritrovo difronte un appartamento che sembra uscito da una rivista di architettura d'interni, spazioso, luminoso e arredato con eleganza. Un grande camino di marmo bianco fa da padrone nella sala da pranzo, circondata da finestroni che immergono l'appartamento nella luce della sera.



- Qui dentro puoi essere te stessa. Niente formalità, niente regole d'etichetta. Nessuno entra se non vuoi. Le cameriere puliscono l'appartamento tutti i giorni, quando non ci sono. Se sono presente, non osano disturbare. Nessuno e dico nessuno è ammesso qui dentro senza un mio preciso ordine. C'è una mini cucina nel caso abbia voglia di qualche cosa di più semplice, ma normalmente se non ho voglia di cenare in salone, mi faccio portare i pranzi in camera, come ben sai -

Arrossisco, al ricordo delle volte che ho portato la colazione in camera.

Un pensiero mi assale.

- Non è l'appartamento dove ti ho portato il pranzo -

Sorride.

- Quello è l'appartamento che utilizzo quando ho una compagna per la notte. Come ti ho detto, qui non entra nessuno senza il mio consenso. E' una specie di ala privata dove posso rilassarmi. Ed ora lo condividerò con te -

Annuisco.

- Vieni, ti mostro la camera da letto. Le cameriere hanno già sistemato tutti i tuoi vestiti nell'armadio, ma puoi sistemarli come desideri - Dichiara andando verso una porta ed aprendola.

Lo sguardo mi va sul letto matrimoniale che domina la stanza.

- Meglio non pensare troppo a certe cose, rosellina. La notte è ancora lontana - Mormora al mio orecchio, facendomi trasalire.

- L'armadio? Dove... dov'è l'armadio? -

- Sulla tua destra. Mentre a sinistra c'è il bagno. Cambiati e fatti una doccia, servirà a rilassarti. Tra mezz'ora arriverà la cena -

Annuisco, scomparendo nella cabina armadio, dove sistamato meticolosamente c'è il mio guardaroba. Scelgo un outfit  semplice e mi infilo in bagno.

Mezz'ora dopo, con indosso un paio di jeans e un maglione, i capelli ancora umidi legati in un nodo scomposto sopra la nuca, entro in sala da pranzo.

Anche Dominic si è cambiato. Indossa un paio di jeans neri e un maglione nero. Sembra un pirata. 

Sorride nel vedermi e si alza.

- Vieni, la cena è già arrivata - Dichiara scostandomi la sedia.

- Grazie - Mormoro all'improvviso inibita.

Mangiamo in silenzio, immersi nei nostri pensieri.

Le cameriere entrano per sparecchiare, ma non osano sollevare lo sguardo. E pensare che ero una di loro poco tempo fa.

- Cosa vuoi fare rosellina? -

Sollevo lo sguardo e scopro che mi sta guardando attentamente.

Mi stringo nelle spalle.

- Non...saprei....-

- Vuoi vedere un film? Fare una passeggiata in giardino? -

Guardo fuori dalla finistra.

- E' sera-

Sorride.

- Il giardino, come il resto del palazzo è illuminato notte e giorno. Questioni di sicurezza -

Annuisco.

- Mi... piacerebbe vedere il giardino -

Annuisce.

- Allora prendi un giaccone e andiamo -

Mi alzo, andando a recuperare un giubotto nuovo di zecca che sicuramente non avrei mai potuto permettermi. E' il giubotto più caldo che ho mai avuto.

- Andiamo? -

Annuisco, prendendo la mano  tesa. Usciamo e ci incamminiamo lungo il corridoio, ma non quello di prima.

- Non riuscirò mai a ricordare la strada - Mormoro afflitta.

Ridacchia.

- Tranquilla, ci sarà la tua assistente personale sempre con te -

- Assistente personale? -

- Certo. Avrai bisogno di una persona che si occupi dei tuoi appuntamenti, che risponda ai giornalisti e che ti aiuti a scegliere gli otufit giusti -

-Oh -

- Non preoccuparti. Morgana si è offerta di aiutarti per questo periodo, sino a quando non troveremo un assistente adatta a te -

Il pensiero di rivedere Morgana mi rende felice.

- Sapevo che ti sarebbe piaciuto avere Morgana con te. Inoltre servirà a evitare che la mia matrigna ti importuni. Sa benissimo che con Morgana non la spunta -

Intanto siamo arrivati in giardino. Una leggera brezza ci accoglie, ma nel giaccone imbottito non sento freddo. Camminiamo per un bel pò, tra alberi, roseti e altre piante che non conosco. 

- Chi si occupa del giardino? -

- Un esercito di giardinieri. Richiede molto tempo e dedizione -

Mi fermo davanti ad un cespuglio di rose rosa.

- Sono bellissime -

- Mai quanto chi porta il loro nome -

Arrossisco, imbarazzata.

- Ti ho messa in imbarazzo? - Mormora sollevandomi il mento.

Mi stringo nelle spalle.

Le sue dita tracciano il contorno del mio volto.

- Sei nervosa? -

Mi mordo le labbra, incontrando il suo sguardo.

- Abbastanza -

- Non devi esserlo. Andrà tutto bene -

Annuisco.

- Non è per quello che sei nervosa, giusto? -

Arrossisco, distogliendo lo sguardo.

Maledizione a lui!

- Hai già dormito con me. Perché sei nervosa? Cosa pensi che accadrà che non è accaduto prima? -

Mi mordo le labbra, rimanendo in silenzio.

-Rose? -

Sospiro.

- Dimmi cosa stai pensando -

Scuoto la testa.

Mi cinge la vita con un braccio, facendomi aderire al suo corpo muscoloso.

Mi irrigidisco,

- Ti ho promesso che non ti avrei messo fretta e che avrei rispettato i tuoi tempi, giusto? -

Annuisco, posando la testa sul suo petto, ascoltando il battito del suo cuore.

- Quindi che cosa ti spaventa? Hai dormito con me in questi giorni. Sai che non farei mai nulla per forzarti la mano. Giusto? -

Seguito ad annuire.

Sospira, accarezzandomi i capelli.

- Credo che tu sia spaventata dall'ignoto, piccola Rose -

Mi irrigidisco.

- Hai una seppur vaga idea di che cosa voglia dire fare sesso? -

Arrossisco, ma non rispondo.

- Lo prendo come un no -

Mi mordo le labbra.

- Quando un uomo e una donna decidono di fare sesso, l'uomo prepara la donna in modo che per lei non sia traumatico o doloroso. La eccita in modo che sia pronta a riceverlo -

- Basta! Per... per.. favore - Mormoro al colmo dell'imbarazzo.

Sorride, lo sento.

- Vuoi sapere come un uomo eccita una donna, piccola rose? - Mormora al mio orecchio.

Sgrano gli occhi, al massimo dell'imbarazzo.

- No! - Grido, tentando di divincolarmi, ma senza riuscirci.

Scoppia a ridere.

- Scherzavo,piccola - Dichiara divertito.

Sospiro, chiudendo gli occhi. Ma li riapro quando mi sento sollevare tra le sue braccia.

- Cosa? -

- Inizia a fare freddo ed è tardi. Rientriamo. E' ora di andare a letto, piccola -

Mi irrigidisco, ma so che è inutile tentare di divincolarmi. Quest'uomo è abituato a fare di testa sua e non sarò certo io a fargli cambiare idea.


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